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"E DONNA MI CHIAMÒ BEATA E BELLA" - Dante -


Governo e Parlamento Italiani, ultimamente, appaiono più motivati e più solerti nelle loro iniziative e nei loro atti tesi al tentativo di far recedere la dittatura iraniana dai raccapriccianti suoi comportamenti nei confronti dei manifestanti contro l'oppressione della Donna. Sono infatti soprattutto le donne che hanno subìto una ignobile recrudescenza repressiva in termini di violenta e umiliante aggressività: le forze dell'ordine di regime ora sparano colpendo frontalmente, mirando ai volti, ai seni e ai genitali delle manifestanti.

Nella pietà verso le coraggiosissime e nel disgusto nei confronti dei cosiddetti "tutori dell'ordine" del regime iraniano, gli autori di questo articolo non hanno potuto fare a meno di ricordare un toccante e "ben riuscito" evento che circa sette anni fa (luglio 2016, noi eravamo presenti) ebbe luogo al Teatro delle Ore della Proloco di Marino. Ricordiamo quell'incontro, che sembrerebbe datato, ma così non è, perché rimanemmo molto colpiti, in positivo, dalla straordinaria competenza dell'allora tenente dell'Arma dei carabinieri, Alessandro Iacovelli, in termini di capacità empatica con il sentire, e lo smarrimento inevitabile, del pubblico, su fatti e tematiche non troppo alieni dalla centralità del presente articolo: la violenza sulle donne in Italia. Seppur non è automaticamente commensurabile il fenomeno "sociale", qui da noi, rispetto alla demoniaca, sadica e crudele violenza "teologica di stato" del regime iraniano, nondimeno abbiamo concettualmente (al ricordo di quel convegno e all'assistere oggi ai fatti iraniani) voluto segnare e sottolineare l'enorme, abissale differenza, logica e immediatamente avvertibile, fra i cosiddetti "tutori dell'ordine" tout court e i tutori dell'ordine autentici e democratici. In Italia noi abbiamo esponenti delle forze dell'ordine i quali, invece di reprimere, violando e umiliando il corpo, prendono per mano, in senso metaforico ma anche reale, i cittadini e le cittadine. Come? Con l'emanazione di assertività, di autorevolezza e, per quel che risuonò a entrambi gli autori di questa nota in quell'intervento dell'Ufficiale - che rispondeva a domande e questioni in dibattito – competenza e solidità professionale, senso di protezione, estrema cordialità e passione.

Contrasti quindi enormi che sgorgano inevitabilmente sia al cuore che dall'intelletto di chi ha bisogno di capire, pur in geografie, contesti e tempi diversi.

L'allora tenente Alessandro Iacovelli, oggi prossimo maggiore, dopo aver "militato" in altre località della penisola per il suo periodo di comando, sembra sia tornato ad operare nei nostri territori. Questi ultimi, certamente insieme a tutta la società italiana, hanno veramente bisogno, riteniamo, della positiva capacità comunicativa, oltreché operativa, di chi, come lui, è chiamato a proteggere le comunità che gli vengono affidate: se ne impreziosisce, così, oltre alla sicurezza, anche la democrazia che ne governa la quotidianità. Democrazia che auspichiamo quanto prima si affermi anche in Iran, un Paese dove le donne sono tutte belle ma dove oggi, purtroppo, non sono per niente "beate".

Fiammetta Paparusso

Armando Lauri

Gennaio 2023


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